Distanziamento sociale o fisico? Cosa succede quando siamo isolati? Perché la connessione tra persone è importante ora più che mai
Distanziamento sociale è un’espressione che sentiamo tutti i
giorni da ormai più di un mese.
Abbiamo capito cosa vuol dire: stai lontano dalle
altre persone. Per non infettarle è sottinteso.
A questo proposito l’OMS ha cambiato l’espressione in
distanziamento fisico. Perché è di questo che abbiamo bisogno in questo momento.
Dobbiamo stare lontani gli uni dagli altri fisicamente per
annullare la possibilità di trasmetterci questo virus.
La decisione di cambiare questa espressione nasce dal fatto
che dobbiamo prenderci cura di noi fisicamente e mentalmente/psicologicamente.
Se però vogliamo fare i pignoli e stare attenti alle parole che usiamo, non è proprio giusto dire distanziamento sociale.
Dato che le parole e quello che diciamo influenzano la nostra persona, il nostro modo di pensare e di comportarci, vediamo di usarle come si deve.
Siamo esseri umani e in quanto tali siamo esseri sociali.
Che lo vogliamo o no abbiamo un bisogno vitale di essere connessi con altre
persone.
Non per altro si dice: se vuoi andare veloce vai da solo, se
vuoi andare lontano vai in compagnia.
Se vuoi ti tiro fuori anche Maslow e la sua gerarchia di
bisogni da soddisfare. Per cui una volta che abbiamo acqua, cibo e un tetto
sopra la testa, abbiamo bisogno di appartenenza.
Ridi e scherzi leggendo questo.
Sembra tutto molto ovvio.
Sai però che le persone che si trovano in isolamento
forzato, tipo in isolamento in prigione, sviluppano seri problemi mentali e
psicologici?
Nota bene che li sono proprio isolati per cui non hanno
internet, non hanno la televisione, non parlano con nessuno.
Ok, sono ad un altro livello di noi, attualmente.
Comunque è stato riscontrato che l’isolamento in queste
persone provoca difficoltà nel prendere decisioni, difficoltà nel ricordare le
cose, difficoltà a gestire lo stress.
Le persone in isolamento sono più
soggette a depressione, ad ammalarsi, ad avere allucinazioni, attacchi di
panico e paranoia.
Tutto sommato, quindi, a noi va abbastanza bene.
Abbiamo la
tecnologia, i social media, la televisione, il telefono, se sei fortunato hai
un animale da compagnia, la buona vecchia radio, i libri, una penna e una pezzo
di carta.
Ora, vedi che la televisione, la radio e i social possono
avere un effetto negativo.
Oh, parlano solo di morti, infettati, crisi economica, città deserte mai viste prima e bla bla bla.
Oh, parlano solo di morti, infettati, crisi economica, città deserte mai viste prima e bla bla bla.
Con questo non sto dicendo metti la testa sotto la sabbia e
fai finta di nulla. Concediti il tg a pranzo e a cena. Aggiornati almeno su da
che parte sta voltato il mondo oggi.
Per il resto scrivi ai tuoi amici, ai tuoi parenti, a persone
che non senti da un po’.
A meno che non stiano facendo smart working, siamo tutti a
girarci i pollici e a voltarci sul divano.
Siamo tutti in attesa che qualcuno ci scriva per fare due parole come tutti i
giorni.
Mettere mi piace ad un post o commentare non vale come
interazione sociale. Non ti ha dato nessun valore e il tuo amico si fa
fresco con un altro mi piace.
Sii un iniziatore. Scrivi tu per primo.
Se riesci a fare una
videochiamata, meglio! La comunicazione non verbale è più importante di quello
che realmente si dice in una conversazione. Si capiscono molte più cose e
l’interazione sembra più reale.
Certo, se sei sempre tu il primo a scrivere, forse una
domanda te la puoi anche fare.
È vero che in questo momento si vede chi c’è veramente e chi
no.
È anche vero che se la pensiamo tutti così allora non
andiamo da nessuna parte.
Tutti questi cliché….
Sono certa però che sappiamo distinguere le situazioni:
quando vale lasciar perdere e quando investire su qualcuno.
So there
you have it. Short and sweet.
Chi
sentirai oggi? Let me know :)
Take care!