A cuore aperto: le cose che capisci stando da solo
Diario di una quarantena
È passata una settimana da quando siamo obbligati a stare a
casa in isolamento.
Posso dirti la verità?
Ci sto prendendo gusto.
All’inizio c’era questa sensazione di oppressione che
aleggiava nell’aria.
Televisione e telegiornale ci hanno fatto il lavaggio del
cervello incutendoci il terrore anche solo di aprire la finestra.
Una situazione nuova che ci costringe a cambiare le nostre
abitudini.
Il divieto di uscire e la sensazione di prigionia.
La rabbia da noia, non sapere cosa fare, la sensazione di
sprecare tempo, il vedere sui social le altre persone che se la passano alla
grande.
Tu….qui…sul divano, che bo, esisti.
Il sole fuori dalla finestra rende quasi impossibile pensare
che stia succedendo questa catastrofe.
Sai, se piove, lo stare a casa pesa di meno….tanto cosa fai
con la pioggia?
Eppure, il sole ha la capacità di rallegrarci e tenerci su
di spirito.
Per fortuna, dico io.
Credo che all’alba del 20 Marzo abbiamo trovato tutti una
nostra nuova routine.
Tolte le azioni di rito quali mangiare, lavarsi e dormire,
il resto della giornata è in mano nostra. Come sempre. In questi giorni di più.
Se siete come me, in preda alla “disperazione”, vi siete
messi a fare cose che non avreste mai pensato di fare.
Tipo?
Sistemare il magazzino, la dispensa, la camera da letto,
giardinaggio.
Proprio sistemando camera mia e creando una “scatola di
ricordi” mi è venuto questo pensiero di cui ti rendo testimone. Pensa che fortuna!
Detta molto semplicemente, la scatola dei ricordi contiene
suddivisi per anno, i ricordi di viaggi, biglietti di auguri, foto, biglietti
del cinema e tutto quello che in un anno è successo, ci ha in qualche modo
segnato e vogliamo portarci dietro.
Tra le varie cose, ho trovato due fogli che si riferiscono al
2018. Se volete sapere di più su come ho fatto questi due foglie, andate qui, e guardatevi il video.
Il primo foglio è una lista di “successi” o comunque cose positive che ho portato a casa nel corso del 2018.
E' stato piacevole rileggerlo: un reality check.
Siamo così impegnati ad andare avanti e pensare al domani che ci dimentichiamo
di quello che è stato. E quando ci guardiamo indietro non pensiamo a molte cose
che in realtà per quanto piccole, ci hanno reso chi siamo oggi.
Il secondo foglio è una lista di obiettivi che mi ero proposta
di raggiungere nel 2019 per quanto riguarda vita, amici, carriera, fitness.
Ah,
Cristina Cristina….little did you know what life had in store for you.
Palle curve dal 1° Gennaio che sono terminate solo verso
Dicembre. Poi è iniziato il 2020 e apriti cielo.
È stato triste, da un lato, vedere cosa avevo immaginato e
desiderato di fare. Dall’altro lato ho provato affetto e compassione per la
piccola Cristina che ha scritto queste cose.
La variabile costante che ha deviato i miei obiettivi è il
fatto che, volenti o nolenti, non siamo liberi come pensiamo e dipendiamo da
altre persone.
Da un punto di vista puramente meccanico, ogni giorno
intraprendiamo relazioni con altre persone per ricevere qualcosa in cambio.
Noi, da parte nostra, sappiamo cosa offriamo e siamo in grado di
controllare.
Gli altri, in quanto altri da noi, sono completamente fuori
dal nostro controllo e a seconda di come si comportano influenzano il risultato
della transazione.
Ed ecco che saltano viaggi, lavori, studi, amicizie (forse
non erano proprio vere amicizie, in fin dei conti).
Ti ritrovi seduta a terra. Hai una nuova mano di carte da
giocare ma tu non conosci il gioco e non sai cosa fare.
Puoi piangere, arrabbiarti, prendertela con il mondo intero.
Poi ti stanchi.
Tanto.
E decidi che le cose devono andare come devono andare.
Capisci che provare a tutti i costi a reindirizzarle sulla strada che vuoi tu,
alla fine non ne vale la pena.
Ed ecco che vai avanti.
Ti adatti.
Trovi una nuova realtà.
Una nuova dimensione.
Nuove persone.
E ti accorgi che poi non è così tanto male
e poteva decisamente andare peggio.
E ti rendi conto che sarebbe stato un bel film o, nel mio
caso, un bel libro.
Siamo solo al settimo giorno di clausura ... let me tell you, it is getting
real deep real fast.
Stare da soli ci fa scoprire tanti aha moments.
Chissà dove arriveremo alla fine di questo isolamento.
Sono l’unica che sta avendo queste epifanie?
Come sempre spero di averti tenuto compagnia.
Take care