La festa di San Martino a Venezia, tra storia, tradizione e tavola
Välkommen, quindi, per questo tuffo nel passato, nella tradizione e … in tavola!
L’11 novembre a Venezia si festeggia San Martino. In questa occasione i bambini per strada cantano la canzone di San Martino sbattendo pentole e coperchi, si recano nei negozi e, dopo aver ricantato la canzone, ricevono dai commercianti alcuni dolcetti. I più grandi non si disperano perché possono festeggiare anche loro, mangiando il tradizionale dolce di San Martino.
Dopo aver dato così tante informazioni, andiamo con ordine e vediamo bene di cosa si tratta.
Chi cavolo è San Martino??
San Martino di Tours |
In una delle sue ronde notturne, nell’inverno del 335, s’imbatté in un mendicante infreddolito ai lati della strada. Senza pensarci due volte e senza conoscere la carità cristiana, divise in due il suo mantello per darne una parte al povero medicante.
San Martino di Tours |
Quella stessa notte, Martino ebbe un sogno in cui gli apparve Gesù. Il mattino dopo, per miracolo, il mantello di Martino era intatto. Questo mantello venne conservato come reliquia. L’avvenimento segnò nel profondo Martino che si fece battezzare, diventando cristiano, e combatté contro l’arianesimo molto diffuso in Francia in quel periodo. Si ritirò dall’ esercito; si ritirò a vita eremitica per 4 anni; tornò in Francia dove si fece monaco e fondò uno dei primi monasteri d’occidente. Nel 371 venne nominato vescovo di Tours. L’8 novembre 397 morì a Candes-Saint-Martin. Nonostante la morte sia avvenuta l’8, è l’11 la celebrazione di San Martino, corrispondente al giorno della sua sepoltura.
Celebrazioni in nome di San Martino
Grazie alla personalità umile e alla fama di santità, San Martino è ricordato nel nord Europa: Francia, Germania, Svezia, ma anche in tutta Italia. Sono numerose, infatti, le chiese e i patronati in suo nome.
A seconda di dove ci si trova in questi paesi, diverse sono le tradizioni che si sono sviluppate in ricordo di questo vescovo Martino. Si passa dalle fiaccolate delle fiandre, ai piatti a base di oche nella Svezia meridionale; dai grandi fuochi abruzzesi al biscotto di pasta frolla veneziano.
È rimasto anche il detto popolare secondo il quale a San Martino ogni mosto diventa vino, a segnalare che con l’arrivo di Novembre e della festa di San Martino matura il vino nuovo. Ecco che questa è una occasione per festeggiare sorseggiando il vino nuovo e gustandosi delle caldarroste in compagnia.
In quest’occasione, si festeggia anche la fine della stagione agricola, che dopo i raccolti autunnali, prevede un lungo riposo fino alla primavera successiva.
Sempre in questo periodo, all’inizio di novembre, si può assistere a giornate particolarmente calde, chiamate appunto l’estate di San Martino. Altro che cambiamento climatico, è San Martino!
Di tutta questa storia di Martino, il gesto del santo a cavallo che divide il mantello a metà è il simbolo della festa.
San Martino a Venezia
I bambini vanno in giro per la città con un mantello sulle spalle e, armati di pentole e coperchi, vanno in giuro per la città a batter San Martino. Fanno quindi un gran baccano recitando una filastrocca ed entrando nei negozi. Io ne sapevo solo una di filastrocca, quella che ci hanno insegnato alle elementari. A quanto pare, però, ci ne sono diverse. A seconda poi che i bambini ricevano qualche caramella, dei soldini o nulla, cambia il finale della filastrocca.
Qui di seguito vi riporto quella che conosco io:
San Martin xe 'ndà in sofita
a trovar ea so novissa.
So novissa no ghe gera,
San Martin col cuo par tera.
E col nostro sachetin,
Cari signori xe san Martin.
Non per altro il dolce di pasta frolla ha la forma di una persona a cavallo che brandisce una spada. Il dolce viene poi ricoperto con una glassa zuccherina colorata, caramelle e cioccolatini.
San Martino - Pasta frolla con guarnizioni |
San Martino - Cotognata |
E pensare che l’ho scoperto per scrivere questo post, sono a Venezia e nemmeno lo sapevo!! Beata ignoranza. Ora son curiosa di andare a cercarla e di assaggiarla. Non ho la più pallida idea di come possa essere. E come per i panettoni, anche per il San Martino, passata la festa e gabbato lo santo, il dolce costa la metà.
Del perché si usi sbattere pentole e coperchi e del perché il dolce di pasta frolla a forma di persona a cavallo con spada e mantello, non ho trovato nulla a proposito. Nemmeno in un libro di cucina tipica veneziana in cui vengono aggiunte qua e la anche delle curiosità. Azzardo una sola interpretazione sul rumore. Quando San Martino stava per diventare vescovo, contro il suo volere, si nascose in una stalla in cui c’erano delle oche. Queste, per lo spavento scapparono starnazzando, attirando l’attenzione e svelando il nascondiglio di Martino. La canzone o filastrocca serve per ricordare la figura di San Martino e come augurio di buona fortuna.
Ecco che vi ho dilettato con questa chicca aprendovi una finestra su Venezia e sulla sua tradizione. Sperando di avervi intrattenuto e di avervi incuriosito a venire a Venezia a vedere con i vostri occhi, vi auguro una buona vita!
Ps. Non perdetevi il prossimo post in cui ci sarà da leccarsi i baffi! Vi do un indizio di cosa parleremo … riso, mandorle, soia …😋