13 novembre 2016

Indovina chi viene a cena - Carne

Tutto ciò che riguarda il mondo della carne: dall'allevamento e l'impatto ambientale, al consumo, ovviamente!




Isten hozott! Oggi giornata piena di novità: hai imparato a dare il benvenuto a qualcuno in ungherese, Trump è stato eletto presidente, scoprirai qualcosa di nuovo sul mondo della carne in questo secondo incontro di "Indovina chi viene a cena". In realtà è il terzo episodio della serie TV che parla di carne, ma io lo tratto come secondo per una serie di coincidenze ovvero: l’ultima volta abbiamo parlato di latte, quindi rimaniamo in tema animali, ho visto “Il punto di non ritorno” diretto da Di Caprio, mi sono iscritta a Netflix per vedere Cowspiracy. Mai avrei pensato di essere una di quelle persone che guardano documentari o film alternativi, polemici, scandalosi … non so come definirli, ma avete capito il significato. Spero. Anyways, a noi interessa la salute, il cibo e l’alimentazione, altrimenti non saremo qui. 
Oggi, quindi, parleremo di:

  • consumo di carne nel mondo
  • allevamento degli animali
  • impatto ambientale dell’allevamento  
  • Indovina chi viene a cena - Carne
  • Meatless Moday

Mi sembra un piatto ricco quindi mi ci ficco!

Il consumo di carne nel mondo


È in significativo aumento. I paesi emergenti quali Brasile, Argentina, India e Cina, stanno diventando economicamente più ricchi, quindi possono permettersi più varietà di cibo. Come lo è stato per noi europei e americani, non appena aumenta il benessere di uno stato, aumenta la domanda di carne e derivati animali. Questo perché costando di più, la gente può permettersela solo quando raggiunge un certo tenore di vita, arricchendo la propria dieta con nuovi nutrienti. Questi paesi emergenti sono affamati, in tutti i sensi, e prima di preoccuparsi della qualità di quello che mangiano, sono interessati alla quantità. Ed è stato lo stesso anche per noi, non pensate che noi italiani siamo i santi di turno. Quando poi la gente si era assicurata la carne sulle tavole, ha pensato di alzare nuovamente l’asticella cercando carne di qualità. Questo ragionamento è vero per tutti i prodotti, ma soprattutto per quelli di origine animale.

Quantità VS. Qualità


L’allevamento degli animali da carne


Oggi il 70% dei terreni sono destinati all’agricoltura, e la maggior parte alla coltivazione di cereali destinati agli allevamenti intensivi di animali. Perché è così che sono allevati gli animali, in modo intensivo. Quindi spazi stretti, molti animali, tassi di crescita elevati, rapido turnover di animali, alimentazione molto calorica. Pensate ad esempio, che un pollo in soli 40 giorni raggiunge peso e dimensioni tali da essere pronto per il macello. Non capisce quindi nemmeno di essere al mondo. Forse è meglio così altrimenti capirebbe presto la sua sorte. Abbiamo detto, dunque, che questi animali da carne,devono ingrassare velocemente, quindi vengono alimentati con alimenti calorici quali cereali, granaglie e insilati. 
I grandi campi coltivati di cereali, quindi, non sono destinati a noi umani ma agli animali. È un dato di fatto, che se i cereali usati per alimentare gli animali venissero destinati al consumo umano, si combatterebbero molti problemi legati alla fame nel mondo, ma anche alla salute umana. Tutto questo solo riducendo il consumo di carne. Se la storia finisse qui, sarebbe troppo facile.


L’impatto ambientale dell’allevamento


Bisogna anche considerare che questi allevamenti intensivi inquinano. I ruminanti sono degli agenti molto inquinanti, al pari delle industrie e dei mezzi di trasporto. Come è possibile? Ti starai domandando. Beh i ruminanti per loro natura, proprio perché hanno il rumine, producono elevate quantità di gas metano CH4 che si va a depositare nell’atmosfera. Se ci aggiungiamo poi le deiezioni e il terreno che consumano, si fa presto ad aggiungere anche CO2 e derivati dell’azoto come sostanze inquinti che assieme al CH4 si riversano nell' atmosfera. Aggiungiamo che per produrre una bistecca di carne ci vogliono 1.500 litri di acqua che servono per l’animale e per il cibo coltivato, capite che la quota d’inquinamento aumenta.

Per rendere questo concetto semplice, pensate che più passaggi sono richiesti ad un alimento per arrivare da noi, maggiore è l’inquinamento richiesto. Esempio semplice semplice? Coltivo la terra e pianto cereali. Questi cereali possono arrivare a me, e li mangio, oppure possono andare a un animale. 
Nel primo caso tutta l’energia del cereale arriva a me. 
Nel secondo caso, prima che io possa mangiare l’animale che si nutre dello stesso cereale, ci vuole molto più tempo, quindi molta più energia sarà richiesta nel processo. 
Piramide trofica
Se l’uomo di considera erbivoro avrà un impatto ambientale molto inferiore rispetto ad un uomo carnivoro. 
Questo concetto si riassume nella piramide trofica, in cui ogni livello della piramide indica la disponibilità di energia e nutrienti per l’uomo . Più l’uomo di avvicina alla cima, più energia sarà richiesta. 
E come succede anche a casa con la bolletta, l’energia costa, anche in termini di allevamento animale e benessere ambientale.


Meatless Moday


Ecco che a questo proposito, sono nati numerosi movimenti volti a sensibilizzare le persone comuni ma anche i politici e le persone influenti sulle conseguenze del regime alimentare e lo stile di vita dei paesi industrializzati. Non sto parlando solo degli stili di vita vegetariano o vegano, ma anche del movimento Meatless Monday o di documentari come Cowspiracy o Il punto di non ritorno. Hanno tutti in comune il voler rendere consapevoli le persone sul fatto che se non decidiamo di fare qualcosa ne risentirà il nostro futuro. Sia in termini di salute per noi essere umani, per gli animali, ma anche per l’ambiente. Per chi non lo sapesse, Meatless Monday è un movimento nato in America nel 2003 per convincere le persone a non mangiare carne il lunedì. Se ci pensate, non è un gran sacrificio, ci sono altri 6 giorni nella settimana per poter mettersi in pari. Questo movimento si è presto diffuso in tutto il mondo, e vi hanno aderito anche persone famose come Paul McCartney, Arnold Schwarzenegger, il regista James Cameron, Jamie Oliver, ma anche numerose aziende di ristoranti o industrie alimentari.

Come per il latte, anche per quanto riguarda la carne, numerose sono le persone alla ricerca di creare ottimi sostituti della carne. E non sto parlando di seitan o tempeh intesi come alternative alla carne, ma veri e propri sostituti della carne. Alimenti che sono di origine vegetale, ma che assomigliano da un punto di vista reologico – gusto e consistenza - e visivo alla carne. 
Impossible foods - Hamburger
Anche questa volta la Silicon Valley risponde alle nostre domande con l’azienda Impossibile Food, per la quale uno dei principali sostenitori economici è Bill Gates. Dopo un’attenta analisi in laboratorio delle molecole che compongono la carne e che forniscono tutte assieme l’odore e il gusto della carne, queste stesse molecole e sostanze sono state trovate in prodotti naturali quali grano, soia, lievito, cocco. 
Il risultato è un hamburger salutare, apparentemente gustoso, prodotto risparmiando quintali di acqua ed evitando molte sostanze inquinanti nell’aria. Questa è già una realtà in ben 3 ristoranti in America, 2  a San Francisco e uno a Los Angeles. Vi giuro che andrei in America solo per provare tutti questi nuovi concetti di cibo.

Come se non bastasse, il fondatore di Google, Sergey Brin ha investito una somma di denaro a 6 cifre per produrre in laboratorio della carne sintetica.
Carne sintetica
WHAT?!  Si avete letto bene, in laboratorio vengono moltiplicate le cellule che formano in natura il tessuto muscolare della carne. 
Fornendo quindi le sostanze chimiche necessarie alla struttura del muscolo, gli scienziati sono stati in grado di produrre carne in una capsula petri. Da una cellula si possono produrre 10.000 kg di carne per un totale di 80.000 hamburger. 
Per tutto questo è necessario ottenere le cellule staminali direttamente dall’animale interessato, bovino, ovino, suino, avicolo, ma anche pesce. Il procedimento è lo stesso. 
In questo modo si ridurrebbe in modo molto significativo il numero di animali presenti in tutto il pianeta, ottenendo comunque carne di qualità. 
Questo particolare tipo di carne non è ancora in commercio, è ancora in fase sperimentale e di perfezionamento. Il responsabile di questo progetto prevede di venderlo prima ai ristoranti, in modo che possa essere venduto ad un prezzo superiore, e solo in un secondo momento nei supermercati. Questo perché i consumatori lo comprerebbero solo se realmente è un diretto concorrente della carne alla quale siamo abituati.

Spero che anche voi troviate affascinante tutto questo mondo dell’industria alimentare non convenzionale, proprio come me. È vero che ho detto più volte che dobbiamo mangiare principalmente cose genuine e naturali, ma se la tecnologia che avanza tanto velocemente ci può tornare utile per migliorare il nostro stile di vita, perchè non accettarlo. Non sto parlando solo del permettendoci di stare seduti in bagno a fare trading o di leggere le mail mentre  ci stiamo lanciando con il paracadute.

Fino a settimana prossima, passate una buona vita, e provate anche voi a seguire #meatlessmonday e a coinvolgere un amico o un collega, se non tanto perché credete nella causa, allora fatelo perché è di moda!