30 giugno 2021

Alla ricerca di un significato

Colui che ha un senso per vivere, può sopportare qualsiasi cosa

Se mi segui su Instagram avrai notato che qualche tempo fa ho condiviso che stavo leggendo il libro di Viktor E. Frankl “Man’s search for meaning” o in italiano “L’uomo in cerca di senso”.

Questo libro era da un po’ di tempo nella lista dei libri da leggere. Ho esitato a prenderlo in mano perché riguarda la vita e l’esperienza vissuta dall’autore nei lager.

E a me i libri di storia non attirano.

Poi quando il club del libro del quale faccio parte ha scelto per il mese di Marzo questo libro, ecco che ho colto la palla al balzo.

Sai come si dice, mai giudicare il libro dalla copertina. Il libro racconta sì l’esperienza dell’autore nel campo di concentramento, ma lo fa attraverso la lente della logoterapia, la scienza del quale ne è stato il fondatore.

La lettura è molto interessante, scorrevole e le pagine si girano velocemente.

In qualche modo l’ho trovato attuale e applicabile alla situazione di pandemia, isolamento e restrizione che stiamo vivendo.

Non certo paragonabile allo stress e all’esperienza vissuta dall’autore.

La conclusione a cui giunge Viktor è che l’uomo che trova un senso/un perché di vivere, può sopportare qualsiasi cosa gli accada.

Anche nelle situazioni più difficili.

La speranza di sopravvivere, di essere liberati e di poter ritornare dalle proprie famiglie, vive o meno, faceva la differenza tra chi era in grado di cavarsela meglio nei campi di concentramento.

Trovare qualcosa di diverso, di più grande, su cui concentrarci per sopportare quello che dobbiamo affrontare ci permette di viverlo più serenamente.

Il paragone con la nostra situazione attuale si basa sul fatto che non potevamo fare tutto quello che eravamo abituati a fare, in termini di uscire, incontrare persone, muoversi, viaggiare, e non sapevamo per quanto sarebbe durato.

Concentrarsi sull’usare questo tempo a disposizione al meglio delle mie abilità è quello che ha fatto la differenza per me. Ho deciso che non avrei gettato al vento questa occasione per leggere, studiare e migliorarmi e poter presentarmi al mondo come una versione migliorata di me. Una Cristina 2.0 con più cose da offrire.

Ora che siamo bene o male tornati con un minimo di libertà, magari ci troviamo in una situazione precaria con il lavoro o abbiamo accettato quello che passava il convento.

Parlo sempre ovviamente per me.

E proprio in una videochiamata mi è stato ricordato di cercare qualcosa che vada oltre le mansioni richieste dal lavoro. Ed ecco che dopo averci riflettuto su, sono arrivata alla conclusione che il mio scopo è cercare di lasciare le persone che incontro meglio di come le ho incontrate.

Ah, solo?

A volte basta solo farle sorridere, o provarci, distarle dal lavoro o quello che gli offusca la mente. Cercare di vedere qualcosa per cui essere grati in questa giornata.

Questo è al momento il senso che ho trovato e che mi fa affrontare con più serenità il lavoro ogni giorno.

Sono molti i passaggi che ho evidenziato del libro. Ecco quelli che mi hanno colpito di più:

“Non puoi controllare quello che accade nella tua vita, ma puoi sempre controllare quello che provi e quello che fai a proposito di quello che ti accade.”

“Ad un uomo si può togliere tutto tranne una cosa: l’ultima delle libertà umane, quella di poter scegliere come rispondere ad una circostanza, quella di poter scegliere a modo proprio.”

“Colui che ha un senso per vivere può sopportare quasi ogni come”

“Bisogna mostrare all’uomo che ha qualcosa a cui guardare avanti, a cui sperare. Bisogna ricordargli che la vita lo aspetta.”

“Quello che importa non è il senso della vita in assoluto, ma piuttosto un senso specifico in un dato momento della vita.”

“Dì sì alla vita, a dispetto di tutto.”

Tu l'hai mai letto questo libro? Cosa ne pensi? Sono curiosa!

Take care.