02 dicembre 2020

Il limite superiore della zona di comfort

Quando ci sabotiamo per tornare nella zona di comfort

Hai mai fatto caso che quando un aspetto della tua vita sta andando bene, accade qualcosa per cui torni al punto di partenza?

Vediamo se ti ritrovi in questi esempi:

Sei più felice del solito grazie alla nuova relazione che hai intrapreso.

All’improvviso ti svegli e realizzi quello che stai vivendo.
Come per magia succede qualcosa per cui ti ritrovi da solo, misero e triste.
Al punto di partenza.


Al lavoro sta andando tutto bene, termini un progetto dietro l’altro con successo
Magari si vocifera un aumento, un riconoscimento, o un compito più importante in futuro.
Anche qui ti svegli.
Capisci l’onda di successo che stai cavalcando e succede qualcosa per cui mandi in fumo questa opportunità.


Quando qualcuno si complimenta per il tuo modo di essere, per la bravura nell’aver fatto/ottenuto/realizzato qualcosa, magari tu rispondi dicendo 

“eh, non è nulla, fortuna del principiante, non esagerare che non è nulla di speciale”.

Cos’hanno in comune tutte queste cose?


Crediamo di non meritare quello che ci sta succedendo. 

Ci poniamo un limite superiore.


Non siamo degni di essere felici con questa persona.

Chi sono io per avere questo successo ed avanzare nel lavoro.

Bah, quello che ho fatto non è nulla di che.


Io sono colpevolissima dell’ultima.

Di questo sabato mattina ne ho avuto un chiaro esempio e mi sono sforzata ad accettare il complimento.

Mi impegno tanto a fare quello che faccio e ad essere come sono che quando qualcuno si scomoda a riconoscerlo, non gli do seguito, perché non mi piace essere messa in luce. Oppure dico un veloce grazie e cambio in fretta argomento.


Ed è sbagliato.

Perché limitiamo il nostro potenziale di essere chi siamo e di vivere come ci spetta e come ci meritiamo.

Sai tu se continuando a minimizzare, a lasciare al caso o alla fortuna ti privi dell’opportunità di provare o scoprire cose nuove.

Magari le persone non pensano a te quando hanno qualcosa tra le mani, un progetto, un lavoro, un’avventura, qualcuno da farti conoscere.

Perché tanto fai qualcosa per mandarlo in fumo o perché tanto eri stato baciato dalla fortuna.

La morale in questo?

Siamo così abituati a stare in quello che ci è familiare e comodo che appena qualcosa cambia per il meglio, volenti o nolenti il nostro subconscio ci riporta a casa base.

La nostra zona di comfort.


Il tutto sta nell’
accorgerci che ci stiamo sabotando e accettare che per una volta le cose possano andare bene anche a noi.

Ho capito che lamentarsi è più facile, perché si incolpano gli altri e ci togliamo ogni responsabilità.

Nota bene che i due modi di pensare portano a due livelli di vita diversi.

Il primo ti porta in alto. 

Conosci persone opportunità e realtà che non conoscevi. Conosci in te stesso nuove potenzialità e capacità.

Capisci che c’è molto di più nella vita.


Il secondo ti lascia dove sei.

E anzi, se trovi qualcuno che si aggiunge al tuo pity party la tua apertura al mondo e alle opportunità diventerà sempre più piccola, stretta e buia.

Perché tanto, chi sono io per meritarmelo?

Take care