FOMO: Quella sensazione che gli altri si stiano divertendo o stiano andando avanti con le loro vite e noi ne rimaniamo esclusi
Buongiorno Buongiorno!
A chi di voi è capitato almeno una volta di pensare che se
fossimo andati a quella festa allora ci saremo divertiti come tutte le altre persone?
Oppure, che se avessi accettato quel lavoro, ora non saremo
qui e avremo una vita migliore?
Oppure, che se ci fossimo lasciati andare di più quella
sera, magari ora staremo condividendo le giornate con una persona speciale?
Avete capito, no, quello che voglio dire?
È quella sensazione di farsi sfuggire qualcosa dalla vita,
di non riuscire a sfruttare al meglio tutto quello che ci viene offerto.
Allora
rimaniamo con l’ “e se…”.
Non è una bella sensazione. Ve lo posso assicurare.
Dicesi FOMO – Fear Of Missing Out:
“Quel logorante sentimento di disagio per cui ci stiamo
perdendo qualcosa che i nostri pari stanno facendo, sono a conoscenza o in
possesso di qualcosa migliore di noi.”
“Da una punto di vista sociale, la paura di perdersi
qualcosa deriva dal bisogno primitivo delle persone di stare in gruppo, per cui
ogni post o tweet ci ricorda cosa ci separa dagli altri.”
È anche chiamata la paura del rimpianto.
Secondo me non c’è
cosa peggiore del vivere con il rimpianto di non aver fatto o detto qualcosa
quando ne avevamo l’occasione.
Perché?
Per il semplice fatto
che si vive una volta sola.
Un’occasione di lavoro, una festa, una persona … sono qui,
ora, e poi potrebbero non tornare più.
Dato che con i se e con i ma la storia non si fa, bisogna
decidersi a fare qualcosa e non lasciare che qualcuno decida per noi.
Facile per me scrivere questo. Nella realtà? Tutta un’altra storia.
If you really knew me, and VERY few people really know me, sapreste
che negli ultimi mesi mi sono ritrovata ad affrontare situazioni non semplici.
C’è da aiutare in famiglia, e allora si aiuta in famiglia,
anche se questo pregiudica quello che farai il prossimo anno.
Siccome però a te non sta bene che gli altri decidano per
te, perché solo ora hai cominciato a vivere dopo aver passato una vita a
studiare sui libri e con una vita sociale pari a zero, decidi che non ti sta
bene.
Allora cerchi di fare di tutto per salvare capra e cavoli,
aiutare gli altri ma anche fare qualcosa di buono per te.
Tornare a lavorare dove mi sono trovata bene, ho conosciuto
tante persone che mi hanno apprezzata per come sono e non perché la Cristina ha
studiato e sicuramente ci aiuta con i compiti?
Oppure cercare di aiutare la famiglia rinunciando a quel
lavoro e cercando qualcosa che potesse migliorarmi e darmi qualche altra
possibilità?
Come studiare per un master che mi fa conoscere persone nuove, mi
mette alla prova portandomi a fare nuove esperienze che potrebbero portare a
qualcosa di più grande?
Ovviamente il lavoro che lascio so com’è, l’ho fatto l’anno
scorso. Ed è stato fantastico.
Ma precludermi la possibilità di crescere e vedere cosa
esiste al di fuori di Venezia...
Quindi, ora che inizia la stagione e gli ex colleghi tornano
a quella che era anche la tua routine, un po’ di amaro in bocca e FOMO te lo
lascia.
Chissà cosa combineranno? Chissà come si staranno divertendo
loro, in compagnia, a raccontarsi le avventure di questo inverno?
E tu invece sei qui, che aspetti il tuo turno di fare qualcosa con la tua vita e nel mentre ti sei trovata un lavoretto che ti tiene occupata.
Così ti ritrovi ad incollarti ai social perché non sia mai
che ti perdi qualcosa di quello che stanno facendo i tuoi amici, mentre loro
vanno avanti con le loro vite.
Se ci perdiamo in queste cose, vuol dire che non siamo
contenti della nostra vita, di quello che abbiamo, di dove siamo e di quello
che stiamo facendo.
Preferiamo scappare dalla vita reale, distogliere la nostra
attenzione da quello che ci circonda e rifugiarci in una vita virtuale, che, UDITE UDITE, non ci renderà di certo più felici!
Perché ci darà conferma
che qualcuno se la sta passando meglio di te.
Cosa possiamo fare per interrompere questo circolo vizioso di FOMO?
Guardarci attorno ed essere grati per quello che abbiamo.
Con me tutti i salmi finiscono, in gloria, #SAPEVATELO.
Si andrà
sempre a parare sulla gratitudine. Per quanto da figli dei fiori possa
sembrare, è la cura migliore.
Sii grata per i clienti che ti regalano le caramelle, i loro
cracker tipici, che condividono con te la loro torta di compleanno o passano un’ora
a raccontarti di come si vive in Danimarca con le tradizioni vichinge.
Anche se
il lavoro che fai non è quello dei tuoi sogni, almeno ne cavi qualcosa di
bello.
Sii grata per le persone che riesci a vedere, anche solo per
5 minuti, prima che inizino a lavorare.
Anche se loro stanno per andare in
quella che consideravi una seconda casa.
Impara ad essere abbastanza intelligente emotivamente da
trovare la pace e la gioia in quello che stai facendo in questo momento grazie
al fatto che ti stai “perdendo” alcune cose.
Does that
even make sense?
In questo modo riusciamo a goderci di più il tempo e
riusciamo a metterlo a disposizione per le cose che ci interessano veramente,
senza sprecarlo guardando gli altri godersi la vita.
E poi io dico che filosofia a scuola era come la mucche che
guarda il treno…
Più che per voi questo l’ho scritto per me. Per ricordarmi
alcune cose in cui credo ma che mi scordo quando le emozioni e i pensiero
prendono il sopravvento.
Come sempre spero che anche voi troviate qualcosa di valido
in questo flusso di coscienza.
Untile next time,
have a good one!